Avanti Tutta!
Il Triatleta bresciano si racconta a Baggio Luxury interpretando gli orologi più sportivi di stagione. Non senza qualche vezzo metrosexual.
Simone Bonardi
Che sia una gara di routine o una competizione internazionale, la verità è una e una sola: ogni appuntamento è una sfida da vincere. Partecipare non basta. A dirlo è lui, Simone Bonardi, testimonial 2016 di Baggio Luxury.
Esistono tanti sport al mondo e ciascuno porta con sé sofferenze, rinunce, difficoltà. Ma quando la disciplina prescelta ne comprende tre, allora il gioco si fa duro. Ma è proprio allora che, come si suol dire, i duri cominciano a giocare. Simone Bonardi è uno di questi, uno dei duri… dal cuore morbido. A vederlo atletico, ma non “pompato”, deciso, ma mai altezzoso, non si direbbe. Eppure questo bresciano, nato a Iseo nel 1988, ha fatto mangiar polvere a molti. Del resto la competizione è stata il suo pane quotidiano sin dalla tenera età di 9 anni, quando ha inforcato la bici e ha iniziato a correre. Da allora le vittorie sono state innumerevoli: nel suo paniere conta oltre 150 coppe e 15 medaglie d’oro. Alcune di queste però appartengono a una disciplina che solo negli ultimi anni sta conquistando l’Italia. Stiamo parlando del Triathlon, uno sport che, in un’unica competizione, comprende nuoto, bici e corsa. Senza interruzione. Senza scampo. Senza extra in cui rifugiarsi. All’ultimo respiro.
«Avevo iniziato a fare Duatlhon (corsa, bici e, ancora, corsa n.d.r.) aggiudicandomi ottimi risultati. Poi un giorno, dei ragazzi che facevano Triathlon mi hanno chiesto: “Vai forte. Perché non ti alleni con noi?” … Peccato che non sapessi nuotare » – ammette. Poi un incidente, l’operazione al ginocchio e la riabilitazione. Ovviamente in acqua. Segno del destino. Così alla “veneranda” età di 20 anni Simone ha imparato a nuotare. Sorride: «E dire che all’inizio ero negato».
Dimostrazione che il duro allenamento e la determinazione pagano sempre. Ora Simone è un punto fermo nelle competizioni di Triathlon nazionali e internazionali. Da poco disputata l’Internazionale di Bardolino e all’Idroman olimpico (1,5 km di nuoto, 37 km in bici con salita, 10 km di corsa -… solo a leggerlo c’è da sentirsi male!!! –), «il prossimo traguardo da raggiungere è quello di Riccione, a settembre, per i campionati italiani».
Ma cosa pensa un atleta in gara da solo per 3, 4 ore di seguito? Ovvio! : «Ad arrivare – afferma candidamente -! Ci penso da quando parto. È un punto fisso. È il pensiero che ti fa mettere un passo dopo l’altro, una bracciata dopo l’altra. Io corro per vincere. Con tutto l’allenamento che fai prima, lo stile di vita che sei costretto a fare, le rinunce. Alla fine vuoi raccogliere i frutti, è inevitabile». Ma non credete: non è una questione di soldi. Nel Triathlon, tra gli atleti, di soldi ne girano pochi. Diversamente dagli sport nazional-popolari, qui a vincere sono solo i primi tre classificati assoluti. E le cifre non superano le poche migliaia di euro. Oltretutto, il più delle volte, gli sponsor te li devi cercare da solo. Quindi, se vuoi continuare a gareggiare, devi vincere. «Mi dò degli obiettivi di stagione in stagione – dice -. Ogni gara è a sé. In questo sport non puoi essere sempre al top. Un giorno puoi vincere un primo assoluto (Simone se l’è aggiudicato 2 anni fa, n.d.r.), e la gara successiva sbagliare la competizione. Ma il bello è proprio questo: ogni volta è una sfida. Se vinci, vuoi fare meglio. Se cadi, puoi subito puoi rialzarti». Una lezione di vita. Per tutti. A questo punto resta da capire un’ultima cosa: se il denaro è l’ultimo dei pensieri, come stiamo a donne? Arrossisce e ridendo, afferma: «Non c’è tempo per le donne. Tra il lavoro e gli allenamenti il margine di tempo che hai da dedicare a te stesso è poco. I vizi, poi te li devi scordare». Sarà vero? La questione a noi “puzza di bugia”. Ma una cosa è certa: la passione di questo ragazzo è grande, pari alla fatica dell’imprese che compie. O, forse, anche di più.
IL DETTAGLIO È CURVY!
Un'eroina dei tempi moderni che con coraggio lascia il posto fisso per realizzare un sogno: amarsi. Per dare l'esempio e creare il suo regno.
Simone Bonardi
Nata a Vigevano e con un passato da commercialista, la curvy model Alice Pasti ha sfidato la tranquillità data per diventare protagonista della propria vita. Al di là di ogni peso e misura, è così diventata la paladina delle forme morbide dando voce (e immagine) al bello che c’è in ogni donna. Su instagram e in Tour da Nord a Sud.